[È venerdì] Il Calendario Commerciale dell'Avvento
L'umanità sta regredendo all'infanzia – ma a pagamento
La newsletter letta dal mio clone 🤖
Sei tra le 23.000 persone iscritte e tra le circa 30.000 che la visualizzano qui, su LinkedIn, Telegram e WhatsApp: grazie, spero che le ore che passo a scriverla siano utili. E grazie a Piano D per la partnership di oggi.
Che ne dici di sponsorizzare la newsletter? Ci sono ancora posti a macchia di leopardo tra ottobre novembre e dicembre: se lavori in un’azienda che potrebbe essere interessata a comparire davanti alla combriccola di marketer, digital, manager vari (o conosci qualcuno che ci lavora), dai un’occhiata alle info. E grazie!
Il quiz della settimana
Quanti capi di abbigliamento ha acquistato ogni uomo in media in Italia nel 2024, all’incirca?
a) 5 b) 10 c) 15
Risposta in fondo.
Contenuto in collaborazione con Piano D
Perché dovresti preoccuparti di quanto inquina il tuo sito web
Se internet fosse un Paese, sarebbe il sesto consumatore al mondo di energia elettrica. A essere più precisi il consumo è di circa 416,2 TWh (terawattora) all’anno. Dai data center alle infrastrutture di rete, fino ai pc e smartphone che usiamo quotidianamente, tutto questo consuma elettricità e produce emissioni di carbonio.
Noi di Piano D ci stiamo impegnando per offrire servizi web più eco-sostenibili e più accessibili a tutti. Progettiamo e sviluppiamo siti web corporate, eCommerce e soluzioni web personalizzate, affiancando agli obiettivi di marketing i principi del sustainable web design. Siamo in prima linea per la sensibilizzazione circa l’impatto ambientale del settore digitale e per l’uso consapevole delle risorse energetiche del nostro pianeta. Organizziamo conferenze sul tema della sostenibilità digitale e partecipiamo alla scrittura di libri a tema come Ecologia Digitale e Sloweb. Conversazioni per un digitale sostenibile.
Devi redigere il bilancio di sostenibilità? Credi fermamente in una transizione digitale sostenibile? Non conoscevi questo aspetto dei servizi digitali e abbiamo solleticato la tua curiosità?
L’ossessione per i calendari dell’avvento
Francamente non ricordo nessun calendario dell’avvento a casa mia. In ogni caso, ricordavo più che altro quelli che rivelavano un cioccolatino al giorno, che quando aprivi la finestrella facevano leggere qualcosa sotto. Poteva un tale format rimanere un marginale prodotto in quella che è la principale festa del consumo dell’anno? Ovviamente no. La capacità del libero mercato di adattarsi e inocularsi in ogni rito religioso e pagano che sia è qualcosa di commovente. La mia ricerca sulla mania dei Calendari Commerciali dell’Avvento (CCA) parte da un articolo del Guardian1 – ogni cosa nel marketing parte da ovest e si sposta a est, come l’anticiclone delle Azzorre, finché esiste, almeno – che mi ha aperto gli occhi su di un fenomeno inarrestabile. Il quotidiano si interroga: signora mia, dove andremo a finire? Ci sono CCA di birra, sex toys, formaggio, makeup, caffè, bombette da bagno e perfino un CCA di whisky da 1.200 euro.
Ogni buona ricetta esplosiva di marketing inizia da un trend sotterraneo, indie (e quasi mai dal complotto delle multinazionali e della pubblicità, per quanto sia liberatorio pensarlo) e sociale che poi viene oliato, amplificato, sistematizzato, reso appetibile e facile da attivare (online, magari) dalla catena di montaggio del conglomerato industria-marketing-creator. Nonostante la religiosità sia ai minimi storici, le persone non si lasciano sfuggire la possibilità di riciclare pratiche antiche in nuove forme moderne (ma a pagamento) di appartenenza, gratitudine e auto-gratificazione. “Potrò concedermi qualcosa, no? È natale!” Non solo le barriere si abbassano, ma addirittura si va alla ricerca disperata di qualcosa che sia un ponte tra il passato (ah, quanto era bello il natale quando eravamo piccoli), anche se questo passato è chiaramente inventato, e il presente dell’infinita-offerta-portata-direttamente-a-casa-tua. La nostalgia non sbaglia mai, in quanto a fatturato generato. Ma deve essere ovviamente impacchettata in qualcosa che sia a) esperienziale b) no sbatti. E qui il “match made in heaven”, come dicono dove tutto nasce, è perfetto. Nemmeno la Disney o la Mattel potevano pensare un giocattolo per adulti di tale successo.
Mettici quindi un sistema che non punti più ai bambini, dalla relativa capacità di spesa, ma inglobi anche gli adulti-bambini, faccia in modo di obnubilare il target su quanto sia poco il prodotto nel CCA (ehi, non sono 24 flaconcini di qualsiasi cosa, dal profumo, alla crema, al whisky invecchiato mille anni, tutti assurdamente piccoli, “è un calendario dell’avvento”), che ti permetta di fatturare in anticipo – essi perché te lo devi comprare ben in tempo per il primo dicembre – e quindi anche senza infilarsi nelle imprevedibili spedizioni a ridosso del natale. È perfetto per coprire il tempo commerciale che passa prima di Halloween – si inizia a proporlo alle PR compiacenti dei giornali subito dopo il back to school, per l’inevitabile “i migliori dieci calendari dell’avvento scelti dalla nostra redazione” – e come tappabuchi tra un black friday e l’altro.
Mettici un prodotto (il CCA è un servizio?) che sia la scusa per quel piccolo rito quotidiano dedicato al dio se stesso (ci si accontenta, nel 2024) di creazione di stupore e che faccia capire che il tempo scorre verso il natale (sia che siate pro o contro), anche quando la vita scorre meno. Più costoso della mindfulness, ma vuoi mettere? Per esempio, il calendario di Rituals non solo contiene prodotti di bellezza ma è anche presentato in una struttura tridimensionale con lucette varie, creando “un’esperienza sensoriale immersiva”. Del resto, lo dice pure TikTok nel suo PDF su come vendere di più a natale, oggi le persone regalano cose soprattutto a se stesse, anche se magari non se le mettono sotto l’albero.
Ma tutto questo giro di pacchettini provocato dal CCA non sarà un po’ impattante sulle nostre coscienze ecologiche? No problem, ora ci sono anche i CCA con materiali eco-friendly, cartone e materiali ovviamente compostabili.
Ci sono poi i CCA in edizione limitata: altra leva a cui abbocchiamo inevitabilmente. Mica vorremmo non avere un gin extra raro da (far) assaggiare il primo dicembre?
E poi, il CCA non è il modo migliore per un brand per farci assaggiare i suoi prodotti facendosi anche pagare? Magari ci mettono pure il coupon. E mi iscrivono alla newsletter. E mi incitano ogni giorno a condividere online la sorpresa. E poi magari, il CCA me lo trasformo in sottoscrizione, così l’avvento può durare 365 giorni, per sempre.
Il marketing insegnato dai negozianti
Aosta aggressiva. E dove il tram non esiste.
Ti ricordo che ilmarketinginsegnatodainegozianti.info è un progetto gonzo-collettivo a cui puoi contribuire senza pietà.
Segnalazioni varie
La scorsa newsletter ho parlato di varianti infinite di cappuccini.
Save the date: sarò a Videns Live l’8 novembre a Firenze, con altrə undici speaker. Candidature per esserci qui.
È uscito il mio primo video di una serie, in collaborazione con Tailoor, su personalizzazione, AI e consumi contemporanei: la prima puntata è già online.
That’s all folks!
Grazie di aver letto fin qua, di questi tempi è tanta roba.
Per analizzare assieme la strategia, l’organizzazione e il budget, invitarmi a parlare in azienda o a un evento, e per essere sponsor come Piano D basta rispondere alla mail.
ciao,
gluca
Grazie a Daniela Bollini per la solita paziente correzione della bozza e a Cristina Portolano per i separatori.
Quiz: b) 10 (fonte: Apparel - Italy. (n.d.). Retrieved October 01, 2024, from https://www-statista-com.iulm.idm.oclc.org/outlook/cmo/apparel/italy)
Adult Advent calendars: is spending £999 on whisky really the way to celebrate the birth of Jesus? | Christmas | The Guardian