Pippo, è di nuovo quel momento.
Il momento in cui a te che leggi assegno un nome maschile a caso (mi scuso con te lettrice, ma maschio fa più ridere), perché ancora non ho capito come personalizzare le email (e anche perché sono ridicole, che poi si capisce che non dico davvero a te).
È il momento in cui provo a convincerti, con tutto l’amore e il cringe possibile, a prenotare un libro che esce tra un mese. Non un libro qualsiasi. Il mio secondo libro.
E nel farlo ti rivelo un sacco di segreti (su di te). E se vorrai iniziare a crearti il tuo personale brand cult per una nuova linea biodinamica di cavoli viola, be’, gli spunti che ci troverai non hanno prezzo.
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Il quiz della settimana
Quanto riso si produce in Italia, fatta 100 la produzione europea?
Risposta corretta, come al solito, in fondo.
Ma prima, due parole in collaborazione con Netcomm Forum.
Dove va l’ecommerce nel 2025?
Ho intervistato Roberto Liscia, presidente di Netcomm, in occasione della ventesima edizione di Netcomm Forum, l’unico evento a cui partecipo praticamente ininterrottamente dalla prima edizione.
Abbiamo parlato di alcune delle sfide cruciali per le piccole imprese italiane nel panorama attuale dell'e-commerce internazionale, e di come il divario digitale e la mancanza di competenze specifiche impediscano spesso alle realtà minori di competere efficacemente sui mercati globali. Liscia sottolinea l'importanza strategica di una conoscenza della logistica e delle dinamiche dei mercati finali, invitando a un cambio culturale che metta al centro la vendita e le relazioni con il consumatore.
Con Roberto Liscia ho affrontato anche il tema della concentrazione economica nell’ecommerce, dove appena il 10% delle aziende capitalizzate realizza ben l'80% dei ricavi totali, e la novità del "Digital Passport", una nuova normativa che favorirà tracciabilità e sostenibilità dei prodotti. In chiusura, una riflessione sulla (inaspettata?) distribuzione geografica degli e-commerce in Italia e sull'importanza di un utilizzo strategico dei social media per crescere.
Sotto trovi tutta la chiacchierata, dura meno di venti minuti e mi pare piuttosto ricca di spunti per chi è a capo di aziende medie e piccole alle prese con l’ecommerce e la globalizzazione.
Ci vediamo a Netcomm Forum 2025, a Milano, il 15 e 16 aprile. Ho qualche biglietto scontato al 50% disponibile: scrivimi se ti interessano.
%Pippo%, è di nuovo quel momento
Dicevo che è il momento in cui provo a convincerti, con tutto l’amore e il cringe possibile, a prenotare un libro che esce tra un mese. Non un libro qualsiasi. Il mio secondo libro.
Ok. Ricordi bene, Pippo. C’erano stati quei miei meravigliosi manuali su come vendere con internet, vendere con i social, vendere con il mobile, vendere con il vendere, ecc. ecc. ma siccome quelli cercavano di mantenere una certa omertà professionale non potevano diventare certo piccoli best seller come Svuota il Carrello. (Hai comprato Svuota il Carrello, vero, Pippo? No? Allora sta per ri-uscire in una nuova ri-stampa in formato tascabile, cioè, ehi, in SUPER PROMO! giusto in tempo per il ponte del 25 aprile).
Ma veniamo a questa nuova pietra miliare: è in arrivo SEGUIMI! (lineetta) Il marketing come culto, il culto come marketing. (Il grassetto maiuscolo e il punto esclamativo sono idee del mio editor e del suo capo che giustamente hanno pensato che bisogna esagerare con il cringe almeno una volta nella vita, e del resto il marketing per loro è il terreno giusto per farlo, che mica potevo farti leggere uno di quei pavidi saggi meditabondi con la copertina in tinta unita color pastello sulla deriva del neo-liberismo consumista, che alla fine pensi “moriremo tutti” e pensi che hai pure tre ore di vita in meno di prima “e non sono ancora andato mai in Islanda”, e prenoti il padel a sfregio).
Questo libro non ti giudica, Pippo. Ti accoglie. È un piccolo tappetino emotivo su cui stenderti mentre ti dici che no, tranquillo, non sei anche tu parte di un culto. Che ti perdona se ti spalmi la skincare coreana da 14 passaggi, corri all’alba, e posti stories sulla tua “nuova energia vibrazionale”. Ti assolve pure se sei attratto da una insensata dieta intermittente o dall’andare a una festa sedicente celtica. È un libro perfetto che ti fornisce comode conferme sulle tue scelte di consumo e ti dà solide basi scientifiche per dichiarare che sono gli altri ad essere impelagati nei culti del marketing, ma tu, che ti svegli alle quattro per andare a correre no, tu stai solo facendo sano sport. C’è qualche fondamento scientifico per ciascuno, oggigiorno. Anche per chi esercita il biohacking.
Ecco Pippo, ora lasciami solo un trafiletto per quelli che potrebbero essere interessati a un pensoso saggio noioso, ma senza la noia. Sono un segmento piccolo, ma potente, e con i chiari di luna dell’editoria italiana ogni lasciata è persa e non si butta nulla. Ci vediamo tra un paragrafo.
Dunque, per voi che leggete Doppiozero e L’indiscreto e non volete che vi dia del tu e vi piacciono i paragrafi di due pagine come in un saggio de Il Mulino, perché non siete mica Pippo: il libro è come un vocale registrato durante una metaforica corsa a perdifiato in un trip psicotropo attraverso il luna park del marketing digitalizzato e viscoso delle piattaforme in cui al posto dell’LSD c’è TikTok, i creator e gli algoritmi e la solitudine delle masse. C’è anche un credo di base: "Il potere si basa sulla collaborazione delle masse, la collaborazione delle masse si basa sull’identità delle masse – e le identità delle masse si fondano su storie fittizie, non su fatti scientifici e nemmeno su condizioni economiche." (Harari Yuval Noah e Piani Marco, 21 Lezioni Per Il XXI Secolo). E oggi le storie sono create dal marketing dei brand-cult. Se credi che dobbiamo fare qualcosa per fermare tutto questo, prenota il libro. Io non ci credo molto, ma siete voi gli intellettuali.
Ok, fatto. Torniamo a te, lettrice Pippo.
Sono 288 pagine (il costo per pagina è super competitivo, Pippo! In fondo lo faccio per divulgare, lo sai…) di stralunato percorso fianco a fianco all’allegra e disperata fuga del genere umano dai suoi fantasmi (li elenco brevemente: crollo delle certezze della morale occidentale, delle fedi tradizionali, delle comunità in carne e ossa, dei sogni di carriera, delle illusioni sulla crisi climatica, del tramonto della cultura vera, come scriverebbe un Cazzullo qualsiasi, insomma di qualsiasi cosa che c’era e ora non c’è più).
Ma Pippo, fidati di me. Non dare ascolto agli intellettuali di Instagram. L’oggigiorno è il meglio di sempre: ritrovarsi accettati, aggregati, coccolati da brand che non sono più di culto, severi e lontani, dai sentori di dio cattivo da vecchio testamento, ma sono culti comunitari, utili per coccolarci per l’eternità.
Ecco l’indice, per farti un’idea, degli enormi benefici del marketing contemporaneo.
Seguimi?
Seguimi e penserai di avere una pelle splendida
Seguimi e sarai un atleta come tutti
Seguimi e aprirai il chakra del tuo portafoglio
Seguimi e comprerai la pace interiore
Seguimi e sarai la versione top di gamma di te stesso
Seguimi e mi farò diventare ricco
Seguimi e moltiplicheremo i pani e i pesci (e il conto)
Seguimi verso il paradiso terrestre (2 bagagli e priority a soli 79 euro)
Mi avete seguito fin qui? Allora non ho fallito come cult-marketer
Glossario
Fonti
La cosa buona, Pippo, è che saremo artefici del nostro declino. Addio Armani, ci mancherai Ferrari, per parafrasare una canzone de La Municipàl.
Sarai anche tu, Pippo, protagonista, attraverso la beata scelta di un culto soft tutto per te, più simile a una personalizzata e accogliente riunione di Scientology che alla respingente e superba vetrina di via Montenapoleone.
Per sfuggire dal capitalismo non andremo a bussare dal socialismo (eddai, su, chi ci crede più?), ma nel brand-cultismo-democratico in abbonamento mensile. Tutti a sollevare pesi, a metterci roba in faccia, a correre come pazzi, a scappare dai social, lontano ma solo per tre giorni, a sniffare polveri proteiche, a farci di endorfine biologiche.
Pippo, pensa all’esclusione, alla solitudine, alla noia, al tedio, ai pensieri negativi, alle rughe: è tutto risolvibile in una community.
Non ti ricorderai più dei problemi, perché ci sarà sempre un brand-cult che ti accoglierà e ti salverà, Pippo.
Ti insegnerà a vivere, a respirare, a mangiare, a pensare positivo, e soprattutto a trovarti tanti amici e tante amiche, adoranti pure loro.
Avrai sempre qualcosa di cui parlare! Non è una figata spaziale, Pippo?
Io, man mano che correvo letterariamente verso il regno dei brand-cult, diventavo più felice a vista d’occhio, è stato un vero peccato non avere a disposizione altri dieci anni per scrivere una Guerra e Pace del marketing del follow, per poter provare ogni culto, perfino quello più strambo (per dire, non ci sono i corsi di improvvisazione teatrale!).
E sì, Pippo, questo libro ti farà sentire meno solo. Perché là fuori c’è un brand anche per te. Uno che ti ama davvero. Che ti insegna a vivere, respirare, comprare, pensare positivo e pure postare con l’hashtag giusto.
Pippo, arrendiamoci felicemente: combattere questa macchina oliata che ci rende così felici a meno di nove euro e novantanove non ha il minimo senso.
La vita è breve e, dopotutto, non ci sono certezze che un’ipotetica rivoluzione contro l’economia di mercato ci veda, io e te alla fine, sia illesi che più felici che dentro un idromassaggio alle terme di Merano. E manco sappiamo se poi ci piacerebbe tornare davvero nella realtà all’estetica della DDR (teniamola per i nostri viaggi a Berlino, e per i concerti degli Offlaga Disco Pax, no, Pippo?) e, ci pensi, non avere più quella fantastica varietà di prodotti tutti uguali ma tutti diversi ma tutti uguali, e la meraviglia che ognuno di questi prodotti include gratuitamente un significato, una causa, un messaggio di un founder che ci indica la via verso un mondo migliore. Per lottare oggi ti basta comprare il prodotto giusto, Pippo, non lo trovi geniale?
Quindi il momento è arrivato.
Mettiti in posizione comoda, Pippo, perché oggi questa guida alla felicità commerciale è disponibile in cambio di un piccolo obolo che odora di cultura.
Ma soprattutto sarà l’occasione di un nuovo inizio.
Sarà come iniettarsi in tre ore e mezza (o anche meno se vai a 1.5x, come per le rassegne stampa nei podcast) una spremuta di percezione, una friggitrice ad aria di cultura consumistica, per cui ho lavorato giorno e notte (per te, Pippo!) per ben dodici mesi solari.
Sarà la nostra rivolta per riprenderci la dignità del consumo salvifico.
Ti prometto che dopo non vedrai più il mondo allo stesso modo.
La tua vita sarà più semplice, avrai un testo unico e indisputabile.
Ehi, quando potrò avere tutto questo, ti chiedi. Lo sento che fremi.
Ora te lo dico. Attendi due righe.
A capo.
A capo.
Esce il 29 di aprile.
Ma non disperare, ora respira, ascolta il tuo corpo, lasciati guidare dal link sotto. In fondo, un percorso di consapevolezza è fatto di piccoli passi.
Per non rischiare di rimanere senza, prenotalo subito su Amazon o dal tuo libraio con il bancone che profuma di Palosanto (io non ti giudico, lo sai!) e la bandiera della pace impolverata davanti ai manuali di autoaiuto, a un prezzo che ti verrà svelato quando accederai alla sinossi del suddetto libro, cliccando.
Lascia che la FOMO prenda il controllo su di te, Pippo, finalmente te lo meriti.
Il marketing insegnato dai negozianti
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Segnalazioni
La scorsa settimana ho parlato di padel e di pacchi sorpresa di King Colis come intrattenimento definitivo.
GS1 ha fatto uscire il nuovo Un anno di Tendenze 2025. Ci trovi dentro dati, analisi e letture trasversali per orientarsi tra i trend che attraversano il consumo, la distribuzione, l’innovazione e la sostenibilità. Ci sono un po’ di miei contributi, pure. Si scarica gratis qui.
That’s all folks!
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Ci leggiamo venerdì prossimo,
gluca
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Grazie a Cristina Portolano per i separatori.
Quiz: c) 50% (fonte Il Post).
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