☀️ [È venerdì summer edition] È arrivata la grandinomics
Cosa succede se gli dei padani ci bombardano di grandine
Questa newsletter è dedicata al mio amico Bernhard. Ci manchi, BB.
Non so se anche voi da piccoli vi divertivate a tormentare i formicai per il gusto perverso di vedere le formiche impazzire alla ricerca di una soluzione alle vostre malefatte (non che lo facessi spesso di mia sponte, era più che altro un passatempo occasionale contro la grande noia che caratterizzava la nostra infanzia estiva). In ogni caso, è una metaforona-scusa-intellettuale per descrivere quello che succede ora nelle lande nordiche dopo le grandinate epiche che si sono abbattute nelle scorse settimane. Solo che stavolta le formiche siamo noi. Gli dei padani non hanno colpito – giustamente – i loro templi (rotatorie, outlet, piscinette da giardino) ma piuttosto i vitelli d’oro della padanità. Vale a dire: cristalli delle auto, antenne del digitale terrestre, tapparelle, gazebi delle villette. E anche un bel po’ di pannelli solari e cappotti (quelli figli del 110% e di ecobonus), bucherellati come case della Bosnia centrale nel 1995. «Le cose che possiedi ti possiedono», diceva Brad Pitt in Fight Club. Ma se le possiedi è meglio, risponderebbero qui.
Ma se c’è un colpo al cuore, è l’auto. Vederla bozzata è un colpo al cuore dell’orgoglio padano. Sì, perché, come dice Brunori, la provincia è sempre un po’ ferma agli anni Ottanta, e qui per status e necessità, l’auto ce la devi avere, e anzi è un fenomeno di rivincita, per cui operai specializzati e artigiani, la vera borghesia col contante, lucidano a specchio le loro Mercedes e le loro BMW turbodiesel (gli altri di mezzo sono il «popolo dei Qashqai», spesso democristianamente hybrid, come li ho definiti in un articolo di qualche tempo fa, relativo peraltro ad un altro rito padano invernale, quello delle mega-piscine riscaldate del Veneto).
Quale divinità è più cattiva di una che rompe ai credenti i vetri delle loro auto e le ammacca a volte irrimediabilmente? Come dicono gli arguti ortodossi, «noi crediamo in dio, ma è lui che non crede in noi1».
Il formicaio si è comunque, con tutta la resilienza emiliana-lombarda-veneta, messo freneticamente in moto. Già alla domenica mattina (è stato di sabato, il sacrificio) fuori dai vetrai e carrozzieri (straordinariamente aperti a furor di popolo) c’era una coda di qualche ora per prenotare vetri e avere un referto qualsiasi. Il carrozziere è diventato il saggio del villaggio «inshallah, il tuo vetro arriverà». Forse, tra un mese, due mesi, tre, non lo sappiamo. Ogni carrozziere è alla ricerca di un vetro per auto, arrivando nell’esplorazione fino a campi di sfasciacarrozze della Slovacchia orientale, dove fino a due mesi fa spedivano le BMW col motore fuso, per farsene dare indietro un pezzo o due.
Il popolo è ora diventato previdente: si vede in giro tutto un florilegio di cappottine, a volte artigianali, ricavate da coperte della nonna e da pluriball, a volte comprate su Amazon (ma siccome sono in magazzino a Shenzhen, arriveranno per Natale), “addirittura pare che si gonfiano da lontano, con il telecomando”, si discute nei gruppi Facebook locali (avviso per chi pensa che Facebook sia morto: la gente usa Facebook). Ci sono poi tizi che non si sa da dove hanno tirato fuori carport (un nome che non conoscevo) imbottiti e antitutto che ne fanno l’invidia del vicinato. Naturalmente pesantemente agganciati al suolo, perché con i tornado bisogna andare sul TikTok americano e usare i tutorial di quelli del Missouri.
Per le antenne (ma chi non usa Internet per vedere la TV, direte voi: avviso, la gente guarda la TV con il digitale terrestre) è impossibile trovare un antennista, quindi cerchi il succedaneo, l’elettricista (che però era introvabile di suo anche prima), fino a quello che al bar sostiene di capirne qualcosa ma è in pensione e viene, ma appena finito Beautiful. Se vi si è rotta l’aria condizionata, tornate direttamente a dicembre. Per il vostro gazebo, al Brico non danno speranze, non arrivano più, è un prodotto stagionale, tirate fuori quell’ombrellone Sammontana rubato al mare anni fa. (Qualcuno sostiene che “però per qualche giorno non si sono viste zanzare”. Quelli del bicchiere mezzo pieno).
Compreso che i vetri delle auto non sarebbero mai arrivati, qualcuno si è ricordato che le auto – incredibile stranezza – si possono anche noleggiare. Il mercato ha così messo in concorrenza malcapitati turisti stranieri che avevano scelto Bologna (o perfino la dormiente Ferrara, dove Hertz di solito ha circa ben tre auto) anziché Firenze, e quindi la caccia all’ultima Volkswagen up! disponibile è diventata una caccia al tesoro collettiva.
In tutto questo caos, il mondo fisico si è preso la rivincita: inutile mandare mail, sms, WhatsApp, PEC a nessuno. Nessuno rispondeva più a niente. Se avevi fortuna, una telefonata su dieci andava a segno (probabilmente quando il carrozziere si dimenticava il telefono in tasca mentre faceva pipì).
Naturalmente tutto questo l’anno prossimo verrà dimenticato. Le persone hanno fatto l’assicurazione contro il terremoto (quello del 2012) solo dopo il terremoto e l’hanno mantenuta per due o massimo tre anni, poi basta. Siamo formiche, dopotutto. Mettiamo via per l’inverno, mica facciamo un piano pensione o ci preoccupiamo del cambiamento climatico.
PS: c’è un insegnamento di marketing, ma lo metto qui, non è obbligatorio leggerlo. La domanda vince sempre sull’offerta. L’alta marea alza tutte le barche, ecc. Cioè, prima di capire come battere la concorrenza o migliorare la propria comunicazione e visibilità, si deve scegliere il settore giusto. Tutto il resto è relativo. Siate gli elettricisti e i carrozzieri della situazione, e avere o no un profilo Instagram non avrà più nessuna importanza.
PS2: c’è un altro aspetto che ho sorvolato, quello dei portali alla Instapro, per mettere in concorrenza gli artigiani tra loro, recensioni, blah blah. Quando c’è più domanda che offerta, gli artigiani se ne sbattono dei Booking della situazione. Altro insegnamento. Tuttavia è successo un miracolo, sono qui in casa con un tipo venuto da 50 chilometri che ha accettato il contatto su Instapro. Il mistero aleggia su di lui. Vi racconterò – se non è un serial killer.
C’è anche la versione ancora più amara “ma poi scopri che dio crede in Putin”.