Questa è l’ultima newsletter del 2023 e anche per questo un po’ particolare. Riprende certi usi della cosiddetta blogosfera, in cui a fine anno ogni blogger scriveva un raccontino “natalizio”. Se ne trovano ancora tracce sul blog di Squonk, ideatore e organizzatore della pubblicazione (in PDF). Naturalmente potete trovare anche due pezzi miei, uno sotto lo pseudonimo di M. Per chi fosse arrivato qui negli ultimi anni ricordo che questa “cosa”, prima blog e poi newsletter, esiste dal 2004, ed è una specie di racconto di venti anni di trasformazione violenta, ma anche di cose che non cambiano mai (il post sul marketing della ferramenta potrei averlo scritto oggi).
In generale sono contento di aver scritto – a vari livelli di qualità – per venti anni in modo serio ma non serioso. Tutti i link alla fine, come al solito.
Grazie a Wasetti, sponsor di questa edizione della newsletter. Wasetti è un progetto personale dell’artista poliedrico (ceramista, in questo caso) Alessandro Formigoni.
Più di 16.000 persone sono iscritte a oggi via email (più le 5.000 di LinkedIn, le 200 di Telegram e le prime 80 sul nuovo canale WhatsApp): grazie di leggermi, spero che le ore usate per scriverla siano utili.
È anche grazie agli sponsor che ricevi questa newsletter: quindi se stai pianificando il budget 2024 e vuoi presentare la tua azienda a un pubblico professionale, senior e attento, sei nel posto giusto. Clicca qui per conoscere audience, modalità, prezzi, sponsor passati e idee per la sponsorship. Rispondi direttamente a questa mail per ulteriori informazioni. E grazie in anticipo.
Il quiz della settimana
Quale è il Paese con il fatturato di Amazon per abitante più alto in Europa continentale?
a) Italia b) Francia c) Spagna
Scorri fino in fondo per la risposta.
Ringraziamo lo sponsor con un attimo di attenzione, anche perché ci può far svoltare con i regali last minute.
Ciao, sono Alessandro di Wasetti!
Questo Natale vorrei portare un po’ della mia arte nella casa di chi ami. Ogni pezzo di ceramica che creo, dai cuori agli animali, dagli scacchi a tema alle tazze, è fatto a mano, e quindi in numero limitato, con amore e pensiero. Sono perfetti per chi cerca come regalo qualcosa di speciale e personale, ma anche per arredare la tua scrivania in modo inconsueto.
Con ogni ordine ti manderò una piccola sorpresa. Oltre i 59 euro la spedizione è inclusa. Ah, e usando il codice ‘GLUCA15’ al check out avrai un 15% di sconto.
Tanti auguri, Alessandro
Il presepe di [mini]marketing
Era la notte del 24 dicembre nella città di Marketing. In un centro di ritiro pacchi si svolgeva una scena inusuale. Un infante, dallo sguardo deciso, era posato su di un locker imbottito per l’occasione. La gente accorsa lo chiamava con vari nomi, ma GPT era il soprannome che ricorreva più spesso. Si diceva che potesse fare meraviglie, quasi dei miracoli: creare script di vendita che non sembrassero falsi, dettare il testo di una pagina “Chi siamo” che non fosse autoreferenziale e autocelebrativa, riscrivere il copy delle schede prodotto in modo comprensibile, perfino generare interi cataloghi, foto e illustrazioni e tutto, perfino creare decine di slide in pochi secondi. Cose mai viste prima, insomma, come la moltiplicazione dei cani dei pastori, poco importa quante zampe avessero. Ma qualcuno sosteneva anche che quello che si era visto finora era niente in confronto a quello che sarebbe successo quando il divino pargolo fosse cresciuto. Che tutto il presepio ne sarebbe stato trasformato, o addirittura che si sarebbe generato da solo, e che i personaggi che non si fossero adeguati alla nuova religione dell’infante sarebbero stati rimpiazzati. Peggio era andata a quel falso profeta dell’anno prima, tale Metaverso (ora nessuno osava più nemmeno nominarlo per non essere irriso) che aveva convinto alcuni pastori a comprarsi dei buffi visori per vedere in sovrimpressione la quantità di lana delle pecore in tempo reale, dati in arrivo direttamente dalle quotazioni della lana alla borsa di Chicago. Le pecore andavano poi cibate con un fieno carissimo chiamato Crypto, venduto dall’amico del profeta, che si faceva chiamare Web3. Al pittore del presepe costui aveva invece venduto delle strane figurine digitali chiamate NFT che costavano più del quadro stesso, ma che – nelle previsioni del profeta – avrebbero avuto più valore di un vero quadro, a venderle poi. Ora quelle figurine nemmeno erano state portate nel presepe: erano rimaste nelle scatole in soffitta.
Come al solito, a fianco del bambinetto c’erano i genitori: quest’anno toccava a Microsoft – la madre adottiva – e Google, il padre putativo (sosteneva di essere il padre, ma quando lo diceva all’osteria tutti abbassavano lo sguardo: «Certo, certo» lo rassicuravano gli amici, anche loro non troppo convinti). L’asinello Cloud come al solito presidiava il lavoro duro di riscaldamento dell’intero presepe, e tutti lo rispettavano, mentre il bue Telco se ne stava lì mesto, sempre a rimuginare di come il suo lavoro di trasporto non fosse mai stato riconosciuto davvero.
Non si erano ancora visti i Re Magi, in ritardo in quanto in arrivo con un treno ad alta velocità – nella carrozza Cinema di Italo, per la precisione – in quanto i cammelli – è risaputo – producono molta CO2. Si diceva che quest’anno quegli strani personaggi, apparentemente generosissimi e larghi di manica ma poi chissà come mai sempre stacarichi di oro, argento e quell’altra cosa che non ricorda mai nessuno, arrivassero da lontani lembi del mondo, chiamati EMEA, APAC, NAMER. Quello di LATAM aspettava da anni di essere ammesso (ma la modifica della commissione di visita, da tre a quattro membri comportava una modifica del vangelo, era complicato). Quello dall’Asia, APAC appunto, doveva portare roba che nessuno ricorda, ma prodotta miracolosamente in serie e a prezzi bassissimi. Quest’anno si faceva chiamare Temu. L’anno prima Shein, l’anno prima AliExpress. Qualcuno sosteneva che fossero sempre gli stessi a costruire quelle cose. Poi c’era quello dell’oro, re Amazon, guardato con sospetto dagli artigiani del presepe (alcuni) e con venerazione da altri, e poi quello dell’argento, il Re Meta, che in cambio dell’argento (oh, potevi rifiutare eh!) chiedeva tutti i nomi, le età e gli interessi di tutti i personaggi del presepio per fornire un setting più personalizzato e – diceva – far trovare pronto il 25 dicembre a ciascuno il posto giusto al momento giusto. Un servizio prezioso in cambio di poche informazioni. Quest’anno erano tutti e tre molto interessati a capirne di più sul bambinello, apparentemente, anche se sempre con quell’aria di sufficienza.
In ogni caso, meglio lui dell’orologiaio SAP, dicevano gli artigiani del presepe, che tutti ammiravano per la precisione con cui faceva scattare la mezzanotte del 24 ma poi si allargava, pareva comandasse lui e precisino com’è rendeva ogni azione difficile e complicata. A sentire lui per ogni “progetto di presepe” servivano almeno ventiquattro mesi (e un project manager, difficile da trovare, figuriamoci di creta), e che si doveva già iniziare a pianificare ASAP quello del 2026. In generale, i laboriosi artigiani presepici gli preferivano il più veloce architetto del presepe, un tale Salesforce, che appariva dicendo «faccio tutto io, ci metto un attimo, non preoccupatevi!» e in effetti era così. Poi quando ha voluto prendere il posto del postino (un certo Klaviyo, che tutti chiamavano Claudio) però c’era stata una sollevazione popolare: l’angelo delle risorse umane, appollaiato di guardia sul centro di ritiro pacchi, ha fermato tutto con un’occhiataccia. Fermi tutti, prima si era offerto il più economico signorotto straniero HubSpot, diceva. E comunque di questi tempi non aveva certo bisogno di altri casini, che ogni personaggio del presepe si lamentava che avrebbe potuto fare il mugnaio o il fabbro da casa sua, in smart, che non c’era mica bisogno di stare ventiquattro ore lì fermi e che il ruolo del lavoro andava ripensato. E che si trattava alla fine dei conti di un aberrato lavoro a chiamata.
E poi aveva da tener d’occhio il giullare-cantastorie, che nessuno aveva mai considerato troppo, e quest’anno invece sedeva in prima fila, e continuava ad allietare (distraendoli dalle loro funzioni) tutti gli altri con sonetti del tipo «quinque modi ad uti puerolo quos forsitan nescitis» usando come sottofondo una musica riciclata da un presepe di dieci anni prima, che mandava in visibilio anche i vecchi pastori boomer. Google Translator – sotto sotto preoccupato anche lui per il bambinetto – traduceva alacremente in tempo reale per la plebe: «Cinque maniere per adoprare il putto le quali, forse, vi sono ignote, parte uno». La plebe ne voleva sempre di più di quel giullare. Fosse stato per loro lo avrebbero tenuto per tutto l’anno, altro che solo per il presepe. Tutte le preoccupazioni svanirono però quando in cielo la rassicurante cometa Netflix comparve e annunciò: «Popolo della terra, gioite, nel 2025 è in arrivo una nuova stagione!».
«E allora buon natale!» dissero tutti in coro. (Re Amazon avrebbe poi proferito il suo solito «e felice Q1 2024!» rovinando un po’ l’atmosfera.) Per fortuna anche quest’anno Erode, il garante della privacy del presepe, non si era visto.
Il marketing insegnato dai negozianti
Come al solito, in TikTok, le cose che erano parodia anni fa oggi sono realtà..
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Vi ricordo ilmarketinginsegnatodainegozianti.info, a cui potete contribuire anche voi.
Segnalazioni varie
ICYMI: in argomento, la puntata sui mercatini di Natale di tre settimane fa.
Cose un po’ più seriose: ho registrato una puntata di Marketing Oggi, il podcast di Italia Oggi - Class Editori sul (ovviamente) marketing. Parlo di cose da buttare o lasciare nel 2023 e cose da conservare per il 2024.
Una newsletter di valore alla settimana:
con (questa settimana, una puntata in cui ci sono Umberto Eco e Nassim Taleb assieme).Ah, le raccolte di racconti della blogosfera. Le trovate qui (2006, 2009). I miei pezzi li individuate facilmente, credo. Comunque nel 2009 è sotto lo pseudonimo di M.
That’s all folks!
Grazie di aver letto fin qua. Grazie ancora alle genti di Wasetti per essere state supporter di questa newsletter.
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ciao, gluca
Grazie a Daniela Bollini per la solita paziente correzione della bozza e a Cristina Portolano per i separatori (e che in questi giorni “espone” in strada per Cheap Festival a Bologna con un tema cruciale: la violenza di genere annidata in vari ambiti, contesti, gesti quotidiani).
Quiz: a) Italia (fonte Statista, ma a pagamento, fidatevi).