🎂 [TGIF] Il principio della torta gelato | The Social Dilemma
🎂 [TGIF] Il principio della torta gelato | The Social Dilemma
di Gianluca Diegoli • Newsletter #79 • Visualizza online
Fa caldo (molto per i miei livelli di sopportazione), e soprattutto ci sono un sacco di cose da fare, ma anche per questa settimana ecco la newsletter che aspettavate. Come al solito, se non volete più riceverla, sotto sotto c'è un facile bottone per disiscriversi.
La torta gelato e il marketing
blog.williams-sonoma.com
Non so come la pensiate sulla torta gelato. Da consumatore non mi dispiace, anche se non mi fa urlare di piacere. È però più interessante da marketer.
È un caso di ancoraggio e di posizionamento relativo: cioè quando con gli stessi ingredienti producete qualcosa che partecipa a un campionato diverso, con competitor diversi, ma soprattutto con una propensione alla spesa molto differente. In pratica, quanto siamo disposti a pagare per un (ettogrammo) di gelato? Dipende. Se siamo in piazza Navona, di più, naturalmente. Ma la trasformazione del gelato in torta gelato è più subdola, non fa perno sulla comprensione empatica (ma a volte non giustificata in toto) dei costi che il gelataio deve sopportare per la location, ma sulla propensione nostra a spendere di più per qualcosa che è quasi esattamente la stessa cosa in termini di atomi ma si posiziona ancora nella nostra testa a paragone di altre torte. Spendiamo magari di meno, e ci sembra pure di aver fatto un affare. Ma abbiamo comprato un mezzo chilo di gelato a forma di cilindro o tronco di cono. E soprattutto la torta è un regalo, quindi non si bada a spese. Abbiamo una minore elasticità al prezzo quando il prodotto si regala, vale per ogni settore. E infine la personalizzazione, l'addon con più marginalità: una strisciata di cioccolato con il nome, e voilà un aumento di valore percepito al costo di zero euro per il produttore. Quindi, non c'è scampo dalla torta gelato.
The Social Dilemma
Sai quella sensazione che il finale sia già scritto alla Report, che l’imputato sia colpevole, ecco: anche non considerando questo feeling che si insinua fin dai primi fotogrammi, il documentario (?) The Social Dilemma è un esperimento interessante in sé, almeno per alcuni bizzarri cortocircuiti architettonici della sua creazione.
TSD è (apertamente e palesemente) un very-american prodotto di intrattenimento, con il ritmo e gli stacchi del miglior prodotto di intrattenimento state con noi!, inserito un marketplace di prodotti di intrattenimento basato più di qualsiasi altro sull’analisi (lo spionaggio, direbbero nel prodotto di intrattenimento in questione) dei nostri comportamenti (è su Netflix) che li usa per renderci sempre più a nostro agio, immobili, ipnotizzati nella bolla più divanesca mai architettata e per cui continuiamo a pagare all’infinito quei dieci euro al mese, ma che vuole denunciare i prodotti di intrattenimento (di tutti gli altri) e il perfido algoritmo (degli altri) che vuole approfittare dei nostri dati per venderci vestiti/powerbank/scarpe/abbonamenti/corsi di yoga online ecc. ecc. usando cosa? ovviamente l’intrattenimento e i nostri comportamenti del cervello rettile per farci rimanere dentro social media e messaggi, con dopamina e FOMO varie.
È interessante vedere demonizzato – da giornalisti televisivi, scrittori di best seller con titoli adatti a suscitare altra polarizzazione (quindi intrattenimento) come «Il capitalismo della sorveglianza», boom! e fuoriusciti – il vendere in sé quando a vendere sono le piattaforme, mentre sorvola allegramente sull’intrattenimento e sulla macchina da vendita più di successo della storia dell’umanità, la televisione, anch’essa esplosa guarda caso proprio nel momento in cui la sua funzione era fondamentale per venderci saponette (le soap!) e auto attraverso la duecentesima stagione di Beautiful ma soprattutto programmi di trite battute, risse verbali, talk show, e anche gli intrattenimenti-pseudo-giornalistici come le Iene o certe trasmissioni del dopo cena di Rete 4. State con noi! (qualche ORA al giorno)
Alla fine, dopo aver visto The Social Dilemma a me viene quasi da parteggiare per Zuckerberg e c.: non è demonizzando i dati, proiettando su un'ombra lunga la paura del retargeting, che miglioreremo l’ecosistema.
Del resto questo è un problema molto «occidentale»: la vera sorveglianza è ben altra cosa - in Russia, Bielorussia, Iran, Cina. Ma anche che anche da noi abbiamo database di dati ben più sensibili, tipo le centrali rischi sulla solvibilità dei prestiti o gli acquisti sulle carte di credito, e molto più impattanti sulle nostre vite quotidiane dei cookie, e ancora abbastanza opachi/poco conosciuti.
Forse dovremmo ricordarcelo, ricontestualizzare e fare in modo che le piattaforme siano il «miglior equilibrio possibile» sia per trasparenza all'utente che per fiscalità agli stati, e non cascare nella trappola di chi ci vuole spiegare con gli stessi mezzucci che un mondo fatto di pochi strumenti informativi, poca scelta d'acquisto e fonti «ben controllate» sia migliore dell’attuale. Soprattutto se questi sono i perdenti della situazione.
Sorvolerò invece sui fiction-siparietti in cui la famiglia senza smartphone a tavola è felice, ecc. ecc. (La mia generazione sa che storicamente si guardava la TV (e guai a chi fiatava durante il TG o il meteo). Forse il problema è la famiglia, a questo punto.
Ah, un'ultima cosa: ovviamente i giornali (guarda caso) hanno incensato questo pseudodoc, e leggendo uno degli articoli, tipo questo https://style.corriere.it/spettacoli/tv/the-social-dilemma/ (dal delicato sottotitolo di “Su Netflix il docu-film che analizza gli effetti devastanti di Facebook, Instagram, Twitter & co. sulla società contemporanea”) ho pensato di fare quello che non facciamo mai: anziché cliccare bovinamente su “accetto” (a proposito, che ci incentivano a fare con altri trucchetti psicologicamente affinati, come il bottone Accetto bello colorato di azzurro tranquillità e invece di impedire di dire semplicemente no mettendo il respingente “preferenze” ecc ecc) dare un’occhiata invece a quali dati raccoglie il Corriere (ma è uguale per tutti) nelle pagine. E come al solito ci sono i nostri dati di uso trasferiti a centinaia di aziende adtech sconosciute, con usi parecchio intrusivi. Ecco di seguito.
"Legittimo interesse"
In pratica, possono tracciare il browser per identificarci anche se cancelliamo i cookie
Più oscure delle società dei paradisi fiscali
Non male per ergersi a difensori della privacy, no?
E il libro?
Purtroppo è stato superato in classifica da tante guide su come affrontare i concorsi pubblici e anche da qualcuno che parla di neuromarketing e le sue pratiche vietate (ma se lo fossero non potrebbe scriverne un libro). Al solito, le recensioni sono su Instagram, su Amazon, su Goodreads.
PS: Amazon mi ha chiuso l'account referral per motivi che non sono stato in grado di interpretare. Mi ha dato un certo brivido ricevere la mail con tono “malfattore!”
Dunque, volete sostenere i librai – con tutte i dubbi che ho inserito nella newsletter precedente – con Bookdealer? Ecco il link! (Dove ho capito che la SEO di Bookdealer è migliorabile) (L'hai già comprato? Bene! È il momento di regalarlo!)
In settimana
🗞️ Il fast fashion (Zara, H&M, ecc.) si sta riprendendo alla grande. Bene, ehm, male? Ciao purpose marketing, ciao.
🗞️ Un articolone fantastico sul bland brand e i vari marchi Direct To Consumer che spuntano come funghi in pineta a ottobre. È anche un corso accelerato di (ironia sul) posizionamento.
🗞️ Come funziona l'algoritmo di TikTok, spiegato bene dal Post. TLDR: controllano ogni nostro movimento, lo catalogano, e lo fanno benissimo, poi ce ne danno all'infinito. E la gente è contenta. La prossima settimana, se riesco, produrrò la classica guida “TikTok spiegato ai marketing manager”. Secondo me, come in Infinite Jest o altri film dell'horror, se arrivi alla fine del feed, poi muori.
🗞️ Il turismo estero in Italia va verso la catastrofe, dice la CNN. Allegria!
🗞️ Perché Amazon non è un'ecommerce, è una piattaforma e un marketplace, e no, non guadagna solo dal cloud, spiegato bene da Ben Evans come al solito.
🗞️ Di Lesbo sappiamo poco, se non che è una tragedia e l'Europa non sta facendo quasi nulla. Al Tg non se ne parla, ma noi intanto possiamo dare una mano a chi sul campo cerca di aiutare. Geolocalizzatevi con Instagram su Lesbos, per vedere l'era distopica che stiamo vivendo: vedrete stories di tende di immigrati e mojotos di turisti, tutte assieme.
Strategy school
Un classico ancora poco ricordato e invece.
Il corso di markettese
A conferma del trend identificato a livello europeo, anche i prodotti lanciati da %brand_acqua_minerale% sono espressione di uno stile di vita più attento e sano e sono riusciti a distinguersi tra più di 1600 (ndr: !) innovazioni nelle categorie “bevande analcoliche” lanciate in Italia negli ultimi due anni.
Interessante riflettere in particolare sul caso di %linea_acqua_minerale%, la linea di acque funzionali introdotta da %brand_acqua_minerale% per il mercato italiano, costruita attorno ai benefici dell’idratazione (sic).
In Italia, la categoria dell’acqua in bottiglia ha raggiunto la sua massima penetrazione. Tuttavia non si tratta di una categoria molto diversificata (sic), e gli sforzi sono concentrati sulla diversificazione dell’esperienza stessa; ed ecco spiegato il successo di %linea_acqua_minerale%, un prodotto in grado di offrire una nuova esperienza (sic) basata sull’acqua funzionale.
Lo spam della settimana
Per dieci secondi ho pensato che qualche discendente del mio pro-prozio d'America avesse fondato una startup in Silicon Valley, visto che questa mail ha bucato il severo filtro di Google Suite. E invece. (Pensa se per questo abstract QUESTA mail va in spam.)
Sono un avvocato, Edouard Bayrou. Ti contatterò in base alla morte del mio cliente deceduto che condivide con te lo stesso cognome. Ti ho contattato per presentarti come il suo più vicino, in modo che il fondo che ha depositato nella banca nel mio paese, sarà trasferito sul tuo conto. Ti fornirò il supporto legale di cui hai bisogno per richiedere questo fondo. Contattami al mio indirizzo email privato per maggiori informazioni.
Il Quiz
Quanto ha fatto segnare Zara al 31.7, online, rispetto al 2019?
a) + 13% b) +22% c) +74%
Appuntamenti
FOOD: il futuro della ristorazione tra digitale e nuovi modelli di business
Intervisto alcuni esperti sul futuro della ristorazione, in senso molto lato. È gratis ma con registrazione obbligatoria. Offre il solito Registro .it.
Inoltra a chi ha un ristorante :)
Negozianti
@gluca i famosissimi super sconti anti Covid https://t.co/eIH9IlztFY
ICYM: L'edizione della scorsa settimana è qui
PS: ti senti in colpa per leggere questa newsletter gratis e/o non avermi ancora trovato uno sponsor? Puoi attivare Satispay da qui, se non ce l'hai già, e regalarmi 20 €. Lo fai?
Buon weekend, e ricordati di Lesbo.
gluca
Quiz: c) più 74%
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Curato con passione da Gianluca Diegoli con Revue.
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