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però c’è una cosa che funziona e che non morirà mai di questi paeselli/borghi non più belli d’Italia: le sagre. Perché le sagre sono discrete, non cercano il posto più bello, ma cercano il nome che meglio si sposi con quel dialetto lì. Mi vengono in mente tutte quelle dei paesini abbandonati del sud Italia, che per qualche giorno all’anno tornano ad esortare la loro unicità e “quanto si stava bene”, in particolare dai fuorisede trasferitosi da qualche mese che già si sentono più di là che di qua. E ora gettonate anche tra la Gen Z più di quanto la Gen Z ne sappia di sagre popolari, ma da dove viene questo folclore aristocratico?

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