👩🏿🏫 [è venerdì? sicura?] Contro i case study
👩🏿🏫 [è venerdì? sicura?] Contro i case study
di Gianluca Diegoli • Newsletter #82 • Visualizza online
Potrei insegnarvi come fare una newsletter di successo, con più di 6000 iscritti e il 50% di tasso di apertura? Forse no, visto che non faccio nemmeno un piano editoriale. Dovreste buttare il piano editoriale per questo? Forse no.
Abbiate dubbi. So che non è popolare dirlo.
Case study, regole, template e altre cose che ci fanno sbagliare
La perversione dell'online è interessante: da una parte c'è tutta una letteratura del rompere le regole, della disruption, del break things, del fail fast; dall'altra il genere letterario che va forte da anni e anni, e non smette di, è invariabilmente legata alle dieci regole per, dieci consigli per, dieci brand che, dieci tattiche usate da, dieci ecommerce che ce l'hanno fatta, ecc. ecc.
Una volta per scherzo su Medium, nauseato da tutti gli articoli che parlavano di come migliorare la propria vita, il proprio lavoro (degli altri) scrissi un post che (ironicamente) si chiamava “smettete di farvi insegnare la vita dagli altri” e paradossalmente, in uno scherzo non previsto del destino è diventato per enorme distacco l'articolo più letto del mio trascurato profilo – e continua a macinare centinaia di letture spontanee.
Da quel momento ho smesso di scrivere per Medium. Dove scrivere per significa scrivere per quello che i lettori vogliono leggere. Avevo involontariamente scritto di nuovo dieci consigli criticando tutti quelli che avevano scritto dieci consigli. E l'algoritmo se ne era accorto subito. Poi ovviamente non avrei potuto continuare quella linea editoriale: al contrario di chi insegna come vivere, il cui potenziale argomentativo è infinito.
Con l'avanzare dell'età, mi sono fatto l'idea che il successo passa in una via non tracciata. E anche - per citare un forse apocrifo Arrigo Sacchi - in otch, pazinzia e bus dal cul. Per i non appartenenti ai territori dei dialetti gallo-padani: occhio, pazienza e buco del culo, nel senso di fortuna.
E passa anche in una strana zona di mezzo circondata da due pericoli: le sabbie mobili del rischio di non fare mai un primo passo nell'ignoto, e il muro contro il quale invariabilmente vanno a sbattere la maggior parte di coloro che seguono acriticamente le best practice, i case study, i guru dell'oggetto magico (può essere il copy persuasivo, il funnel marketing, il growth hacking e tante altre cose lampeggianti che sono spesso l'oggetto finale della letteratura delle dieci regole per).
Ho scritto qualcosa in questa newsletter anche contro alcune biografie di uomini e donne di successo: sono quasi sempre viziate dal senno di poi. Cioè dal survivor bias, per cui dimentichiamo il 99% dei fallimenti ed esaltiamo l'1% dei successi, dimenticando il bus dal cul, cioè il Caso. Li prendiamo come template, e sbagliamo. E dal fatto di avere avuto culo.
Del resto, siamo più propensi ad acquistare certezze che dubbi. Pochi consulenti sono così pazzi da dire “io ti darò tanti dubbi su cui lavorare”. Più redditizio dire: ti darò la bacchetta magica per. E noi ci caschiamo. Anche io, s'intende.
Del resto, come ho detto allo Science & Food Festival, la grandissima parte dei prodotti fallisce - viene ritirata dagli scaffali - dopo poco più di un anno. Nonostante focus group, ricerche di mercato e cose simili, “scientificamente e statisticamente” validate.
A volte, la ricerca della certezza è nel benchmark: se faccio come il concorrente, ma un pelo meglio, avrò anche io il suo successo. Non è vero.
Il destino (o il caso) si diverte a spiazzarci.
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Di quanto si stima nel 2020 la vendita di prodotti beauty nel canale profumerie rispetto al 2019?
a) meno 50% b) meno 10% c) meno 25%
Strategy school
UX School
Forse fake, ma bello. Via Giorgio Soffiato stories.
Negozianti
Mi avete scritto che vi mancano, ed ecco. (Mandate segnalazioni per il new normal)
@gluca https://t.co/06rX2baZSZ
Saluti e baci
È tutto. Indossate la mascherina, siate gentili e scaricate Immuni. Pensate anche a un ragazzo dell'università di Bologna in carcere da nove mesi in Egitto per un presunto reato di opinione.
buon we, gluca
La risposta giusta è c) meno 25% circa. Fonte
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Sono Gianluca Diegoli e mi occupo di consulenza su strategia di marketing e di vendita digitale, (e)commerce e D2C inclusi.
Questa newsletter è la sorella gemella del blog che tengo dal 2004. Hai altri dieci minuti liberi? Qui ci sono tutte le edizioni della Lettera.
Ho scritto qualche libro, ma l’ultimo («Svuota il Carrello») è quello che mi rappresenta di più.
Insegno in IULM e in Master.
Ho co-fondato Digital Update, una delle prime scuole italiane di formazione digitale online, e con altre due tipe più smart di me ho avuto l’idea del primo FreelanceCamp.
Immagino canvas e un manifesto per la trasformazione del marketing.
Da marzo tengo un canale Telegram con link a dati economici, settoriali e di vendita pre, durante e post lockdown-covid.
Bocconiano anomalo, proud generation X member.
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