Questa settimana versione ridotta per ponte, niente quiz, mi spiace.
La melma del web
Credo che ci siano pochi prodotti più discussi tra i giornalisti, di (relativo) successo tra il pubblico e peraltro così brutti, senza anima e poco curati come Google News e il suo cugino Google Discover (quelle news (?) che appaiono dalla app sotto il box di ricerca). Diciamolo, Google News fa schifo.
Google News (d’ora in poi GN) sembra il classico prodotto Google che ogni tanto qualcuno si ricorda di dover gestire, controvoglia. Come Jamboard, Groups, Current. Del resto, dal punto di vista delle relazioni pubbliche, finisce sulle prime pagine dei giornali solo quando i giornali in difficoltà economiche chiedono che sia Google che paghi per “usare i loro titoli” e in realtà per portar loro del traffico che al 99% poi monetizzano con la pubblicità (spesso di Google). Quindi per tenere buoni i giornali, irrilevanti dal punto di vista del suo business ma ancora potenti lobbisti politici, Google non ci mette pubblicità – direttamente. Diciamolo, se non fosse per il traffico che Google si autoassegna dalla ricerca o si notifica negli Android pre-occupati, GN non lo troverebbe/userebbe nessuno. E forse sarebbe un regalo per l’umanità intera. O forse sarebbe un regalo per me non farmi vedere cosa guarda l’umanità intera. Non so.
Ho pazientemente insegnato a GN per un anno a togliere titoli evidentemente clickbait o al limite delle fake news (a volte anche oltre), a eliminare qualsiasi testata priva di qualsiasi credibilità (GN è pieno di news farm dai nomi finto-prestigiosi come “L’informatore meteorologico”, “La Gazzetta della Finanza”, “Bitcoin Journal”, ecc.), a limitare il gossippame vario (sono abbonato al Post, sono radical chic). Ma niente: ha imparato poco e niente. Ha capito che mi piace il tennis, e però le notizie che mi propone sono “Berrettini e Tomljanovic si sono lasciati” (ovviamente leggendo si capisce sono solo tornati alle loro vite di tennisti con tornei diversi, dopo una vacanza assieme). Altri esempi:
oppure
Ora, potrebbe essere che io sia inconsciamente interessato a queste news, e che l’AI di Google non faccia altro che evidenziare il mio bias: penso di essere radicalchic e invece mi comporto in tutt’altro modo. Può essere.
Eppure, ho l’impressione che sia un’esperienza condivisa, ma di cui pochi hanno coscienza. Aprendo il cellulare di mia madre per eliminare un po’ di schifezze che chissà come ha installato, vedo le notifiche di YouTube e quelle di Google Discover (credo, arrivano comunque sono di Google).
“Quello che ho visto è da non credere” per usare una meta citazione. Il peggio del web in comode notifiche. Ovviamente mia madre, come il 90% delle persone, non sa-non vuole-non interessa istruire l’algoritmo per migliorare la propria dieta informativa. Anzi, scende inconsapevolmente sempre più nel gorgo dell’estremismo clickbaiter. “Pensa di vivere a Città del Messico” ho pensato dopo che pseudo giornali online locali hanno cominciato a enfatizzare la cronaca nera.
Sì, perché se vi avventurate nel fondo di GN (senza un adblock), la trama è sempre la stessa. A fronte di un 10% di testate più o meno affidabili, GN porta in superficie il fallimento dell’open web: la facilità con cui si può acquistare un dominio anonimo senza nemmeno un patentino che servirebbe per guidare un motorino, darsi un nome che suoni affidabile o almeno competente, e poi usare il feed di GN per essere trovati, clickbait-cati imparando a scrivere i titoli, buttare/scopiazzare un po’ di testo low cost, e poi monetizzare dalla pagina di arrivo.
Follow the money, dunque.
Il flusso è questo: si deve creare un titolo che indichi
un pericolo imminente (il temporale che diventa possibile alluvione, un sintomo qualunque che potrebbe essere un tumore, due furti che diventa “raffica”, ecc. ecc.)
una vergogna! (cani abbandonati, sprechi, ecc.)
un pruriginoso intrico sentimentale inesistente (anche i ricchi piangono, ecc.)
un’offerta incredibile (esempio tipico: le auto parcheggiate e non vendute, che verrebbero chissà perché svendute)
un modo di fare soldi facile (crypto, prestiti, ecc.)
la cura per una “malattia” qualsiasi, possibilmente da anziani (capelli, schiena, rughe, ecc.)
Per poi vendere come e cosa? I metodi sono:
il finto editoriale (o scoperta) scientifico che rivela con finta ritrosia il prodotto magico che risolve il problema in vendita su di un altro sito, di solito falso o con recensioni false.
banner in posizioni facilmente cliccabili per sbaglio da mobile o mimetizzati con il contesto (come se fossero immagini da ingrandire)
Banner che (notare la genialità della foto con pensionati che si accalcano) pubblicizzano occasioni sospette, segmentate per lo stesso cluster demografico
i tracciamenti che queste pagine rilasciano a centinaia di opachi operatori e mediatori di cookie vari (di solito nascosti da vari clic)
gli articoli sponsorizzati di Taboola: il fallimento del native advertising, trasformatosi in pochi anni da una alternativa etica alla pubblicità a nido fertile di pseudotruffe. Molto spesso cliccandoci atterri su di un’altra pagina che propone un altro prodotto magico, e via così in un reticolo di siti totalmente inaffidabili. A volte ci cascano dentro aziende serie, tipo la povera Nestlé qui. (ho comunque scelto appositamente un Taboola non troppo turpe).
Io, se fossi nei panni di un giornale serio, chiederei a Google di eliminarmi da GN. Non succede ovviamente, perché anche al (digital manager del) giornale serio fa comodo un po’ di traffico, a costo di essere affiancato al ciarpame. E soprattutto per poter chiedere a Google dei soldi via lobbismo politico, un sussidio spacciato per giusto compenso.
Anche quando non c’è nulla di strettamente illegale, se non la circonvenzione di boomer, questa melma di massa risale in superficie attraverso GN, e poi viene condivisa sui social. Non saprei dire se il comportamento di Google sia dovuto a noncuranza, al fatto che quel traffico viene monetizzato successivamente con la propria pubblicità, o se dobbiamo arrenderci al fatto che l’umanità è, nelle sue più popolari manifestazioni, interessata esattamente a ciò che GN le propone.
Ci si legge venerdì prossimo, ciao!