🌞 [summer fridays #2] Newsletter, estetiste, circhi
🌞 [summer fridays #2] Newsletter, estetiste, circhi
di Gianluca Diegoli • Newsletter #70 • Visualizza online
Seconda uscita in versione estiva: più corta, leggera e spiegazzata.
Tra qualche giorno parto per un viaggio in solitaria per Atene. (Posso spiegare)
La prossima settimana niente newsletter, a meno che non riceva almeno 100 like giù in fondo a titolo di incoraggiamento, e che l'ouzo non mi dia illuminazioni di marketing ellenico.
L'estate è incerta, e io che notoriamente soffro il caldo ne gioisco e rendo grazie agli dei del meteo. Incrocio le dita per Atene, se sentite di un turista stecchito sotto l'Acropoli, controllate il nome sull'Ansa.
Nel frattempo, su Twitter continuano a imperversare tweet galleggianti come alghe nella risacca con una domanda stupida e migliaia di risposte: l'ultima che ho visto è “perché alla bilancia self del supermercato le banane hanno sempre il numero 1?” Ovviamente non è vero, e migliaia di persone hanno avuto il tempo di dire qual è il loro numero.
L'unico modo di sfuggire all'algoritmo populista è usare un client per Twitter che inserisce tweet 1) solo di chi segui 2) cronologici, come Tweetbot per Mac/iOS. Costa qualche euro.
Nel frattempo ogni tanto continuo a fare la spesa online. Quella di Esselunga ha un packaging tremendo: plastica fuori, dentro, ovunque. Ci deve essere un metodo migliore per impacchettare quattro pomodori. È secondo me più urgente che capire se le macchine si guideranno da sole.
In settimana
📧 Newsletter is the product?
In settimana Ben Evans, di cui riporto spesso citazioni in questa lettera, ha deciso di creare una sezione a pagamento: ha 150.000 lettori (quella che state leggendo 5.300, e credo che in Italia non ce ne siano tante) e la mossa ha decisamente senso – il vantaggio di scrivere in inglese è che ti puoi rivolgere a un pubblico enorme e distribuito, in cui ti basta il 2% di sottoscrittori per tenere in piedi la cosa. Se scrivi in italiano (la stessa cosa vale per i giornali) ti rivolgi a una lingua secondaria di internet, e quindi le economie di network non funzionano. La Stampa non sarà mai il Guardian, e il Sole il WSJ, anche se mai volesse farlo.
Ma al di là di questo, le riflessioni di Ben mi hanno ricordato le mie di qualche settimana fa: c'è spazio per contenuti che le persone sono contente di pagare. E la newsletter, con quel formato “chiuso”, autoportante, “oggetto” in sé, poco influenzato dagli algoritmi, sono candidate a essere il perno delle strategie editoriali, sia a pagamento che free. È più facile essere propensi pagare per una newsletter che per una “area riservata sul sito” impalpabile. È più facile essere abbonati alla lettera del venerdì che ricordarsi di andare a leggere minimarketing.it (Per le news è parzialmente diverso – l'abitudine di aprire la home di Rep è ancora diffusa. Discorso diverso è “chi davvero pagherà per le "news”?)
La domanda è: per quante newsletter c'è spazio sul “mercato”?
Internet funziona per vuoti e pieni: si cerca lo spazio vuoto da riempire, a un certo punto lo spazio finisce e diventa sovraffollato. Per rendere lo spazio affollato usabile, arriva l'algoritmo, e di nuovo il processo ricomincia: se ne cerca un altro ancora da sfruttare, meno presidiato. L'algoritmo cerca di mantenere l'affollamento, fondamentale per lo sfruttamento pubblicitario (tanta gente, tanti dati) che è il modello vincente dei contenuti brevi e algoritmizzati, come Facebook (e come potrebbe essere Twitter, se sapessero fare il mestiere dei pubblicitari, cosa che non sanno fare). Le vie di mezzo, contenuti lunghi ma algoritmizzati, come Medium, be’, non sono stati un gran successo, direi.
Resta da capire come aumentare la discovery di newsletter, oltre che i post social in cui si citano “le migliori dieci newsletter”, in cui spesso vengo inserito (grazie). Ma è artigianato. La discovery industriale è quella che funziona e fa numeri. Ma poi porta inevitabilmente all'algoritmo e di nuovo alla disintermediazione scrittore-lettore: immaginate un Facebook per le newsletter? Io non ci voglio pensare.
📚 E il libro?
Qualcuno lo sta vendendo sopra la pari, io vi avviso, poi fate voi.
Altri lo connettono a mondi apparentemente estranei.
Non so molto di cellulite, ma è un grande complimento, stimo molto l'estetista cinica che ho citato anche in un articolo per Link sulla ascesa (e spesso caduta) del modello Direct-to-consumer.
Le vostre stories su Instagram con il libro paragonato/abbinato ad oggetti o a vostre parti del corpo differenti sono accuratamente catalogate qui. Davvero grazie.
Il libro su Libri a Colacione su Radio 105
I divoratori di Stefano Sgambati e Svuota il carrello di Gianluca Diegoli.
Questa è la registrazione dell'intervento.
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Venerdì della settimana scorsa sono stato sul Venerdì di Repubblica (pdf).
Non sai come acquistarlo? Niente di più semplice. Puoi comprarlo su Amazon o se boicotti la grande A con la freccia dal tuo libraio sotto casa di fiducia o altre librerie online.
Avrai l'esclusivo diritto di lasciare una recensione!
🚀 Guerre dei social
Leggendo questo articolo (guarda caso di un altro che ha una newsletter anche a pagamento) ho immaginato una versione digitale della crisi dei missili, in cui c'è la Cina al posto della Russia e di Cuba, e TikTok al posto dei missili (🇮🇹).
🎪 Giù il sipario
Le Cirque du Soleil è agli sgoccioli. Per molti il ricordo principale è quello di essere citato nel giustamente famoso libro Oceano Blu, come esempio di ridefinizione della strategia sulla base di “ciò che costa ma non genera valore e anzi distacco” (gli animali) e “ciò che possiamo aggiungere senza molti costi e le persone accorreranno ad assorbire valore” (le persone, acrobati, ecc.). Vale per la rubrica Corso di Strategia.
Aspetto il prossimo libro per capire cosa è andato storto. I libri di business purtroppo hanno sempre il vizio di essere “col senno di poi”. E di tracciare percorsi per il futuro basati su scelte passate, spesso però fortemente casuali, e inficiate dalla fallacia narrativa (ricostruzione a posteriori di pattern causali da cause casuali, ecc.) e dalla selezione (artificiale) del “vincente”.
🇦🇺 La solita saggezza di Mr Ritson
In un mondo digitale, solo il brand più forte sopravvive, ma non necessariamente il più famoso. Quando cadono le barriere geografiche, cadono anche le barriere all'ingresso e si gioca ad armi (quasi) pari.
Qualche mese fa ho spedito una copia del mio libro (quello precedente) ai maggiori manager italiani del retail (a mie spese, che gli editori non hanno soldi per il “marketing”), cercando di far capire che nell'ecommerce della GDO, il mondo non è piatto: bisogna incentivare gli acquisti dalle zone in cui non si è presenti con supermercati, e perfino regalare le spese di spedizione. Perché? Perché (è ovvio) se io abito a 50 km da Esselunga, difficilmente sarò un cliente del supermercato, ma potrei essere un cliente online. Eppure, la segmentazione geografica è ancora un tabù, si guarda al costo di spedizione ma non al margine perduto di chi non farà mai la spesa da te e al risparmio di NON aprire un ennesimo supermercato di mattoni.
Bisogna rileggere Porter, dice Ritson. Qui. (🇮🇹)
🤔 La percezione è spesso sbagliata
Buongiorno a chi pensa che #PokemonGO sia morto. In realtà non è mai stato meglio. Semestre migliore di sempre per ricavi: 445 milioni di dollari. https://t.co/U31pSlGOvs
🏖 Il turismo, oggi e domani
Ho avuto l'onore di intervistare per Registro .it Roberta Milano, Francesco Tapinassi e Silvia Salmeri. Spunti e riflessioni sul post-covid e sul nuovo normale. Qui sotto puoi rivedere la registrazione.
Piccole Medie Digitali | Web Talk - Turismo: Prospettive e pratiche per ripartire
🎼 Canali digitali da solisti a orchestra
Si parla di organizzazioni che fanno performance dal vivo. Ho scritto alcune considerazioni dopo l'esperienza di un mese di consulenze sul blog di Hangar Piemonte. Lunedì prossimo approfondisco i temi in un webinar dedicato agli operatori dello spettacolo e della cultura.
Rubriche
❓Quiz della settimana
Quanto è variata la spesi in pubblicità TV a maggio rispetto all'anno prima?
a) -42% b) -53% c) -62%
⚙️ Programmatic gone bad
Unità di misura strane, dimagrire di 14 giorni.
🛠 Lo strumento della settimana
Command+E è un tool che ti fa cercare in tutti i maledetti cloud, che non ci si ricorda mai se quel file è su Drive o su Dropbox.
⛽️ Negozianti circolari
💌 Ecco il numero della settimana scorsa.
💰 Su Digital Update ci sono i saldi. Per esempio, il mio corso di marketing viene via a un incredibile e irripetibile prezzo di 119 anziché 198 euro, con il codice “LUGLIOMENO25”.
È tutto per questa settimana. Come al solito, se ti è piaciuta, girala alla tua estetista via Whatsapp. Ma soprattutto, ricorda che il mio libro è un ottimo regalo per la fine del lockdown e fa fare una gran figura anche ben distanziati.
un inchino distanziato, gluca
a. -42% (via Nielsen)
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Curato con passione da Gianluca Diegoli con Revue.
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