Questa è una Lettera in forma un po’ ridotta e un po’ più intimista del solito. Capitemi, dopo due settimane in Croazia tornare a pensare a supermercati, merendine e b2b… insomma il confronto non regge. Ho letto narrativa: grazie a chi mi ha segnalato Works di Trevisan, una scoperta illuminante, e anche a chi mi aveva avvisato su Fedeltà, ma inutilmente.
In ogni caso, durante le vacanze è cascato anche il mio compleanno. Non amo particolarmente i compleanni, non sono legato alle date, e niente, è la mia solita forma di snobismo, prendetela per quello che è. Quest'anno ho deciso un esperimento sul compleanno – in realtà ogni anno per il mio compleanno faccio dei piccoli test, per esempio chiudendo la bacheca di Facebook, chiudendola e facendo “un post di compleanno” (così abbattevo lo sbatti del rispondere, perché sono snob ma poi mi spiace molto non ringraziare chi si è preso lo sbatti di farmi gli auguri, che in questo mondo in cui ogni secondo sottratto a Whatsapp ha un peso rilevante, insomma non è poco) e in generale annotando quali canali usano le persone (e fuggendo da quello che usano tutti. Per esempio, quest'anno li mando via SMS, l'anno prossimo tornerò alle cartoline postali probabilmente). L'esperimento, dicevo. Ho eliminato il mio compleanno da Facebook, anzi, l'ho oscurato, per la precisione. Cosa succede in questo mondo in mancanza di reminder? Poteva essere un ottimo test. E infatti. Il numero di auguri è calato drasticamente, del 95% – non mandatemeli ora per favore, non vale. Era immaginabile, ovviamente. Eppure mi ha fatto riflettere di quanto anche noi marketer pensiamo che il ricordo spontaneo sia forte, mentre in realtà, persi in un mare di stimoli, ricordiamo solo quelli più forti (per la precisione, anche mia sorella e mia figlia hanno rischiato di dimenticarsi, così va la vita). Per qualsiasi cosa ci appoggiamo a notifiche, email, reminder, push, appunti. Chi entra nei reminder, vince.